Cerchiamo di comprendere insieme quanto può avvantaggiarci il rendimento dei buoni fruttiferi. Valutiamo le caratteristiche e le tipologie dei buoni con un riferimento ai tassi di interesse e al guadagno che se ne può trarre.
Buoni fruttiferi postali: il rendimento
Che i buoni siano strumenti d’investimento sicuri, seppur di basso profilo, lo abbiamo già spiegato nella precedente guida in cui affrontiamo la descrizione delle loro caratteristiche. Trattandosi di strumenti di “facile” acquisto e di gestione molto semplificata, il rendimento che i buoni possono offrire è contenuto nell’ordine di pochi punti percentuale.
I buoni fruttiferi postali sono emessi e garantiti dallo Stato che li distribuisce attraverso Poste Italiane.
Il rendimento dei buoni fruttiferi varierà a seconda della loro durata: si possono scegliere periodi brevi (24 mesi) o lunghi (anche 20 anni) al termine dei quali sarà possibile calcolare un rendimento differente.
Tipologie e tassi di interesse: Quanto rendono i buoni postali
Ma cerchiamo di farci un’idea del rendimento dei buoni fruttiferi anche in relazione alle diverse tipologie esistenti. Segnaliamo che nel 2010 sono stati presentati i nuovi prodotti che hanno caratteristiche e, appunto, rendimento diversificato. Esiste un buono fruttifero a 18 mesi chiamato BFP Diciotto mesi che offre un rendimento che si innalza ogni sei mesi passando dallo 0,70 all’1%, quindi all’1,15%. Per rendimenti più elevati, invece, bisogna orientarsi verso i Buoni ventennali che partono da un minimo dello 0,65% ed arrivano ad un tetto massimo di rendimento del 4,10%. Degli ultimi due anni.
Novità sui buoni fruttiferi postali
Per i buoni ventennali le novità sono interessanti, poichè la serie siglata B77 parte da un tasso di interesse base dell’1,25% per arrivare ad una soglia massima del 5% per gli ultimi due anni di durata.