Quando si parla di diagnosi energetica ci si riferisce alla valutazione che viene fatta con lo scopo di attestare il fabbisogno energetico di un immobile (appartamento, ufficio, etc.).
Si tratta di un’operazione che, per poter essere svolta, prende in considerazione diversi parametri che, insieme, contribuiscono alla valutazione finale.
Diagnosi energetica: cos’è e a cosa serve
La diagnosi energetica è un procedimento che permette di individuare il fabbisogno energetico di un’immobile, ossia la quantità di energia che occorre per riscaldare, raffrescare o illuminare uno stabile.
Fino a qualche anno fa, quando era in vigore il D.lgs. n. 102/2014, le diagnosi energetiche potevano essere affidate ad organizzazioni o a professionisti che si occupano di questo tipo di rilevazioni, ossia: la Energy Service Company, un Esperto in gestione dell’energia oppure ad un Auditor energetici anche sprovvisto di autorizzazione.
Questa situazione era ammessa dalla legge fino al 19 luglio 2016, successivamente il Mise ha stabilito che, oltre alla Energy Service Company e agli Esperto in gestione dell’energia, anche gli Auditor energetici, per poter eseguire la diagnosi, devono essere riconosciuti ed autorizzati dalla legge, in sostanza devono essere certificati.
Ovviamente, se viene convocato un tecnico per la riqualificazione energetica di un edificio, sarà egli stesso ad effettuare la diagnosi al termine del processo di miglioramento del fabbisogno energetico.
In sostanza, per rispondere alla domanda iniziale: chi può fare la diagnosi energetica? Possiamo affermare che è un lavoro che non può essere svolto da chiunque, perché è un procedimento piuttosto complesso per il quale è necessario avere specifiche competenze. Per questo motivo occorre rivolgersi a professionisti per i quali la legge ha rilasciato una certificazione relativa alla loro idoneità.
Non si tratta di un riconoscimento formale, ma di un attestato che viene rilasciato in presenza di determinati requisiti, ossia: il tecnico deve avere un diploma di scuola media superiore, deve aver preso parte ad un percorso di formazione della durata di 16 ore, deve avere un’esperienza nel settore di almeno 3/10 anni.
Inoltre, per poter essere riconosciuto, come tecnico abilitato alla diagnosi energetica degli edifici, il professionista deve sostenere un esame che consiste in un test di 30 domande relative all’argomento energetico, una prova orale e un caso di studio.
Il tecnico della diagnosi energetica
Chi svolge la certificazione energetica di un edificio, non solo, deve essere autorizzato dalla legge ma può appartenere a due diverse categorie:
- civile, in questo caso il tecnico si occupa delle certificazioni del fabbisogno energetico degli insediamenti urbani, delle infrastrutture, dei trasporti e degli enti pubblici;
- industriale, in questo caso il professionista è incaricato di effettuare le diagnosi energetiche di stabilimenti industriali o, più in generale, strutture edilizie in cui vengono svolte delle attività produttive.
Diagnosi energetica: in quali casi è obbligatoria
Cominciamo col dire che secondo D.lgs. n. 102/2014 sussiste l’obbligo di certificazione e diagnosi energetica di una edificio per alcuni specifici casi, come:
- le grandi imprese, ossia tutte quelle attività lavorative che hanno almeno 250 dipendenti e un fatturato annuo che supera i 50milioni di euro, con un totale di bilancio maggiore di 43 milioni di euro;
- le imprese che consumano grossi quantitativi di energia, ossia tutte quelle attività lavorative che registrano un consumo superiore ai 2,4 GWh di energia, sia essa elettrica o proveniente da un’altra fonte, inoltre, secondo l’art. 2 del D.M. 5/4/2013, è necessario che il rapporto tra l’energia consumata e il fatturato non risulti inferiore al 3%.
Per quanto invece riguarda gli edifici pubblici e quelli residenziali occorre fare una precisazione. Intanto, quando si parla di immobile pubblico ci si riferisce a quegli edifici che sono aperti al pubblico come musei, teatri, ville, uffici comunali, uffici postali e così via.
Per questa categoria di immobili, la legge prevede che sussiste l’obbligo di diagnosi energetica quando si verificano interventi di ristrutturazione che coinvolgono il 15% della superficie esterna dello stabile.
Per quanto concerne gli edifici residenziali, ossia quelli in cui sono presenti abitazioni private, la legge dispone che è previsto l’obbligo di diagnosi energetica nel caso in cui vengano eseguiti dei lavori di ristrutturazione o di installazione di nuovi impianti termici che hanno una potenza termica che supera i 100 kW.