Certificato di deposito: utile da conoscere
Quando si parla del rapporto tra i nostri risparmi e le Banche è bene essere informati: il certificato di deposito viene rilasciato a fronte di un nostro deposito. Ma vediamo bene in cosa consiste dal momento è davvero importante essere sempre ben informati per quel che concerne ogni rapporto con la Banca.
Cosa sono i Certificati di Deposito
Diamo subito una definizione di Certificato di Deposito che possa aiutarci a capire bene cosa sia. Diciamo, quindi, che essi sono dei titoli che ogni Istituto è obbligato a rilasciarci ogni qualvolta decidiamo di effettuare il deposito di una somma di denaro con un vincolo temporale di alcuni mesi, ossia con una scadenza pre-determinata. Tali scadenze, come specificato dalle norme emesse dalla Banca d’Italia, possono essere comprese tra un minimo di tre mesi ad un massimo di cinque anni. Inoltre specificando come i Certificati di deposito possono prevedere tassi di interesse, vi informiamo che gli stessi possono a essere fissi o variabili e come questi possono esserci riconosciuti semplicemente alla loro scadenza o alla fine di ogni anno.
Il Mercato dei Certificati di deposito
Il mercato dei certificati di deposito è dato dalle Banche che sono i soggetti autorizzati alla loro vendita, anzi alla loro negoziazione. Le banche sono, infatti, soggetti specializzati e possono vendere i certificati con durata uguale o superiore a 18 mesi di durata. La loro vendita è gestibile nel rispetto del contenuto del dall’art. 12, 6° comma, del TUBC (Testu Unico Bancario).
Aggiungiamo, però che questa forma di investimento ha persona gradualmente terreno, ad esempio, rispetto alle Obbligazioni anche a causa di una tassazione che consiste in una trattenuta del 20%.
Tipologie di Certificato
Parlando del Certificato di Deposito è bene anche fare una precisa distinzione tra le sue diverse tipologie esistenti di cui vediamo rapidamente le caratteristiche:
- Certificati a tasso fisso: è previsto un guadagno per l’investimento attraverso un tasso di interesse fisso che ilo cliente conosce fin dal momento della sua emissione.
- Certificati a tasso variabile: in questo caso il guadagno per l’investimento è legato ad un tasso di interesse variabile secondo determinate scadenze temporali e seguendo i tassi di mercato.
- Certificati zero-coupon: questi non prevedono la liquidazione periodica degli interessi che sono corrisposti alla scadenza del titolo insieme al capitale iniziale versato.
Obblighi, vincoli, rischi
Ecco, inoltre, cosa devono sapere i clienti di banca che decidono di sottoscrivere un Certificato di Deposito. Innanzitutto specifichiamo che per un certificato che ha una scadenza inferiore a 18 mesi non è possibile ottenere un rimborso prima della sua scadenza naturale a differenza dei certificati con scadenza superiore ai 18 mesi che possono, invece, essere rimborsati in qualsiasi momento, ma comunque trascorsi almeno i primi 18 mesi.
Inoltre ricordiamo come anche in caso di oscillazione dei tassi di mercato, gli interessi previsti sul nostro Certificato di Deposito sia a tasso variabile sia a tasso fisso rimangono costanti.
Quali vantaggi?
Differentemente da quanto avveniva in precedenza, ossia fino al 1996, quando l’aliquota fiscale sul Certificato di Deposito era del 12,5%, oggi la pressione fiscale è salita fino al 27% rendendo tale forma di investimento sempre meno scelta dagli investitori a vantaggio di forme più profittevoli come ad esempio le obbligazioni.
Se vuoi maggiori informazioni sugli investimenti in obbligazioni informati leggendo il nostro approfondimento sulle obbligazioni.